VICINI AI CRISTIANI DI BETLEMME

“Qui a Betlemme stiamo vivendo un lungo Avvento, da circa un anno…”. Ha esordito  così abuna Hanna Mass’ad che lo scorso 21 novembre, tramite  un video collegamento di circa 1 ora, ci ha raccontato di come vivono i cristiani di Terra Santa (in particolare quelli dei  Territori Palestinesi), al tempo del Covid 19.

Nato a Betlemme da una famiglia originaria di Aboud, abuna Hanna Mass’ad, oltre a insegnare Teologia Morale presso il Seminario, è parroco latino di Beit Jala, cittadina alle porte di Betlemme.

“Tutto è  iniziato proprio qui – racconta –  in un albergo di Beit Jala, dove alcuni turisti sono stati trovati positivi al Coronavirus. Era il 5 marzo. Da allora la nostra vita è cambiata: tutto chiuso, tutti a casa, la gente in preda alla paura… E’ da  allora che stiamo ancora aspettando  la fine di tutto questo”.

Abuna Hanna spiega che tantissime famiglie sono rimaste senza lavoro perché,  in assenza di pellegrinaggi, alberghi e negozi di souvenir sono chiusi da mesi. E il turismo religioso in questo territorio, si sa,  è una delle principali  fonti di sostentamento, soprattutto per le famiglie cristiane. “Difficile trovare altre occupazioni per chi da decenni vive di turismo e per chi non puo’ facilmente spostarsi da questo territorio”. Com’è noto, infatti, quelli che vivono nei Territori Palestinesi (e dunque anche gli abitanti della  zona di Betlemme) non possono uscire se non con speciali permessi rilasciati dall’autorità militare israeliana. “Ma in questa situazione è diventato ancora più difficile ottenere i permessi – dice abuna Hanna – anche se attraverso il Patriarcato  Latino stiamo cercando di muovere qualcosa. Quasi ogni giorno qualcuno mi chiede: abuna, per favore, aiutaci  a ottenere un permesso per andare a Gerusalemme! E almeno tre famiglie al giorno vengono qui in parrocchia a chiedere aiuto, a chiedere soldi per pagare le medicine (qui non esiste assicurazione sanitaria)  e per altre spese essenziali”.

Il gruppo scout della parrocchia è il braccio destro di abuna Hanna Mass’ad: 120 membri molto attivi che si muovono per conoscere la situazione delle famiglie e per distribuire medicine e aiuti materiali. “Sono molto orgoglioso e molto contento di loro! Certo però che senza aiuti non possiamo resistere a lungo …”, aggiunge, “e dobbiamo dire un enorme grazie a tutti quelli che già ci hanno aiutato”. Abuna Hanna ci racconta, per esempio, che  lo scorso maggio avevano lanciato un appello per le oltre 12mila famiglie degli studenti delle 38 scuole del Patriarcato Latino in Giordania e in Palestina che si trovavano in gravi difficoltà a causa della crisi economica legata alla pandemia e che non potevano pagare le rette.  Occorrevano aiuti immediati per evitare che gli istituti chiudessero. Ebbene,“con gli aiuti giunti dall’estero abbiamo salvato le nostre scuole – dice – grazie soprattutto alla generosità dell’Ordine  del Santo Sepolcro che ci ha aiutato moltissimo”.

Abuna Hanna ha sottolineato  come la consapevolezza di tanti aiuti ricevuti abbia fatto crescere uno spirito di aiuto reciproco fra i cristiani locali e di solidarietà fra le parrocchie. E ha raccontato della colletta eccezionale raccolta nella sua parrocchia per i fratelli del Libano, dopo l’esplosione che ha devastato Beirut lo scorso agosto. “Ora noi dobbiamo pensare  a loro, che in questo momento hanno più bisogno di noi”, era in quei giorni la convinzione di tutti.

Tra i risvolti positivi di questa difficile situazione da pandemia abuna Hanna pensa anche alla maggiore disponibilità di tempo da dedicare ai suoi parrocchiani: “la chiusura e la cancellazione  di tanti incontri e riunioni mi hanno permesso di avere più tempo per visitare le famiglie e conoscerle meglio, ad una ad una. Quando visito una famiglia parliamo molto, preghiamo insieme … ecco, credo che questo sia il lavoro più importante per noi in Palestina: aiutare queste famiglie ad essere cristiane. E la famiglia cristiana sarà la vera salvezza della Chiesa di Terra Santa”.

Insomma, questo periodo così strano e difficile sta diventando  un’occasione importante per riscoprire una più intensa vita spirituale e per ravvivare la propria fede anche per i cristiani di Betlemme, che si preparano a vivere un Natale tutto particolare. Ma l’assenza totale di pellegrini e i festeggiamenti in tono ridotto renderanno senz’altro  più sentita e più vera la festa più attesa dell’anno. “E quest’anno – dice soddisfatto abuna Hanna – saranno loro i cristiani locali a partecipare all’ ambitissima Messa di Mezzanotte presieduta dal Patriarca Latino, di solito partecipata e  prenotata in largo anticipo dai pellegrini cattolici provenienti da tutto il mondo”.

E dunque saranno  loro, i cristiani di Betlemme e di tutta la Terra Santa, a fare quest’anno i “pellegrini” alla Grotta della Natività,  rappresentando così  tutti i cristiani del  mondo e loro attese.

Se vuoi sostenere anche tu la parrocchia di Beit Jala-Betlemme e le sue iniziative di solidarietà a favore dei cristiani locali, puoi inviare un bonifico a: 

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IBAN:  IT89K0301503200000003614287

Causale: parrocchia di Beit Jala