TERRA SANTA, UN VIAGGIO POSSIBILE

Un viaggio non solo possibile, ma addirittura desiderabile, e proprio in questo tempo… Ne è convinta più che mai Gabriella Pizzi, direttrice di FrateSole (l’agenzia di viaggi  a cui gli Amici di Saxum hanno affidato spesso l’organizzazione tecnica dei loro pellegrinaggi), la quale  ci racconta, in questa intervista, l’esperienza vissuta in Terra Santa lo scorso agosto, con un piccolo gruppo di pellegrini. E’ richiesta ancora un po’ di pazienza per l’espletamento di procedure e dei vari test anticovid (con relativi costi aggiuntivi), “ma per quello che in questo momento offre la Terra Santa, ne vale la pena!”

 

  • E’ finalmente possibile andare in Terra Santa! Tu ci sei andata il mese scorso, dopo un anno e mezzo … Con che gruppo sei partita? Raccontaci le motivazioni che vi hanno spinto a partire per Gerusalemme in un momento, diciamo, un po’ delicato …

Sono andata in Terra Santa un po’ come sfida personale, perché volevo   capire esattamente com’era la situazione: si sentivano tante informazioni, ma essendo un agente di viaggio volevo capire meglio in prima persona come stavano le cose. Sono partita con un gruppo di amici molto selezionati, eravamo pochini, una decina …e ti devo dire che ci univa anche un’altra motivazione molto forte, un’amicizia personale, il ricordo di un’amica scomparsa prematuramente qualche mese fa: è stato come assolvere un dovere nei suoi confronti.

  • Che percorso avete fatto? Anche i Territori Palestinesi sono visitabili?

Abbiamo fatto tutte le tappe che di solito si fanno in un tour tradizionale. Per quanto riguarda i Territori Palestinesi, siamo stati a Betlemme e a  Gerico. Dicono che si  potrebbe visitare anche la Samaria, ma in questa prima fase sperimentale abbiamo preferito essere prudenti e visitare solo la zona palestinese normalmente inclusa nei pellegrinaggi. Abbiamo comunque girato tutto il paese da Nord a Sud: siamo andati fino a Eilat e poi su al Nord, quasi al confine con il Libano.

  • Come hai trovato la Terra Santa? E come è stato il tuo impatto personale …

Il mio primo impatto è stato di aver visto un paese vuoto, cioè svuotato completamente di turisti e pellegrini, diciamo di  stranieri in generale.  Non è che mancasse il movimento, perché Gerusalemme è vivacissima così come  Nazareth (anche se un po’ di meno).  I luoghi della vita moderna e quotidiana di Israele sono super pieni, i parchi archeologici e i parchi naturalistici sono tutti affollatissimi, soprattutto di bambini.   Quello che si sente e si vede effettivamente è il vuoto dei pellegrini e tutto quello che ne consegue: per esempio il fatto che i souk (le vie del tradizionale mercato arabo, nella Città Vecchia ndr) sono  praticamente mezzi vuoti oppure il fatto che molti ristoranti sono chiusi o aprono solamente alla sera per i locali.

  • E come hai trovato i Luoghi Santi?

Io avevo lasciato la Terra Santa un anno e mezzo fa quando, per entrare nella basilica di Betlemme,  si faceva una coda di almeno tre ore. Adesso entri ed esci dalla Basilica della Natività e dal Santo Sepolcro quante volte vuoi.  Da una parte ti sembra tutto un po’ strano, dall’altra  capisci che è effettivamente un grande vantaggio:  per un pellegrino che vuol fare un percorso spirituale nei luoghi legati alla nostra fede questo è un tempo magico, un tempo privilegiato. I tempi si dilatano, puoi visitare e sostare nei Luoghi Santi con assoluta tranquillità, il tempo diventa tuo,  non sei più uno nella fila … è tutto molto più semplice.

  • Dunque, non avete incontrato proprio nessun altro pellegrino come voi?

Allora,  ci sono questi “gruppi pilota” che rientrano nel progetto in corso in Israele (che continua tuttora e continuerà fino al 31 dicembre) e che devono fare un certo iter per poter entrare nel Paese. Nella settimana in cui siamo stati noi c’erano altri 3 gruppi: un altro gruppo di italiani (neocatecumenali), un gruppo di tedeschi e un gruppo di orientali.

  • Avrete incontrato senz’altro invece i Padri Francescani …

Sì certo, abbiamo raccolto anche delle loro testimonianze nel video che abbiamo realizzato per raccontare il nostro viaggio e nel  blog  che potete vedere sul nostro sito. I nostri frati ci aspettano!  Loro in questo anno e mezzo di pandemia hanno ovviamente sospeso tutte le loro attività di cura verso i pellegrini e chiaramente non vedono l’ora che noi torniamo. E non lo dico così per far pubblicità spiccia, ma davvero il senso del loro stare in Terra Santa sono i pellegrini, siamo noi,  il nostro arrivare, tornare, raccontare, il nostro pregare …siamo anche e soprattutto noi che diamo un senso a questa Terra. Questo l’ho capito molto bene, incontrando i frati il mese scorso: è vero che i francescani hanno anche le loro attività pastorali, perché sono incarnati in quella Chiesa locale, però il servizio importante, che tra l’altro fanno per conto della Chiesa universale, è quello di  custodire i Luoghi Santi e accogliervi i pellegrini.

  • Aiutaci a fotografare nel modo più reale possibile un pellegrinaggio in Terra Santa, ora, in questo momento storico così particolare: quali le difficoltà maggiori, evidentemente causate dalla pandemia?

Ripensando al pellegrinaggio che ho vissuto io in agosto sono sempre più convinta che ne vale la pena! E’ vero, ci sono delle procedure, ma … basta seguirle! Quando poi arrivi là, sei dentro, non c’è più nessun problema, la vita scorre normalissimamente, non ci sono restrizioni in loco; noi siamo andati nelle nostre case francescane, nei kibbutz, negli alberghi … è la normale vita di prima della pandemia.  Diciamo che, oltre alla compilazione dell’entry statement 24 ore prima del volo di partenza, c’è soprattutto una serie di test anti-Covid  da fare: il tampone prima di partire, un test molecolare e un test sierologico quando arrivi a Tel Aviv, dove però in aeroporto si avrà già l’assistenza degli accompagnatori. La cosa bella  è che ora hanno tolto quella  fastidiosa “quarantena”, cioè quel tempo sospeso in cui si doveva attendere l’esito dei test: adesso te lo danno già dentro l’aeroporto  e quindi si ha subito il  “via libera”, all’arrivo a Tel Aviv. Si tratta più della fatica mentale di entrare in una nuova  cultura, che credo ci accompagnerà per un bel po’ in Israele  e non solo.  Forse si allenterà qualcosa, ma credo che il mondo viaggerà con questa cultura anti-Covid ancora per un po’…

  • C’è anche un po’ il problema dei costi aggiuntivi, dettati da tutti questi test?

Un pochino sì …Adesso in Israele per agevolare i turisti hanno  creato questa specie di pacchetto per cui dall’Italia si può prenotare il molecolare  e il sierologico (uno costa 25 dollari, l’altro  45); bisogna poi sommare anche il costo del molecolare che  devi fare in Italia. Insomma alla fine, in questo momento,  bisogna mettere in conto circa 200 euro in più sulla quota normale del viaggio. Comunque io credo davvero che ne valga la pena. E lo dico con il senno di poi …

  • Credi che su queste procedure ci potranno essere allentamenti nei prossimi mesi, così da facilitare una maggior risposta da parte del flusso turistico?

Israele per noi italiani è un paese classificato nell’elenco C,  cioè equiparato a tutti gli effetti a un paese europeo, sebbene si trovi in Medio Oriente, ma non viene applicato il protocollo Schengen in maniera reciproca … vuol dire che quando gli israeliani vengono in Italia devono solo compilare un modulo, mentre quando noi dobbiamo entrare in Israele siamo tra virgolette un po’ “vessati”… Credo che prima o poi le cose cambieranno perché  questo super-controllo non tiene. Quello invece che io vedo in questo momento essere veramente un grosso ostacolo è il limite dei 6 mesi, ossia tu puoi viaggiare in Israele soltanto entro i 6 mesi dalla tua ultima dose di vaccinazione (l’ingresso in Israele è permesso alle sole persone vaccinate ndr). Questo al momento  è veramente un grosso impedimento, ma io credo che si andrà verso l’eliminazione di questo  limite e che Israele piano piano assumerà l’atteggiamento dei paesi europei … anche a suo vantaggio. Probabilmente è anche una questione politica, dato che il protocollo raggiunto è frutto di un accordo di equilibrio fra i vari ministeri israeliani (Salute, Turismo, Immigrazione …), però sono convinta che lo dovranno alleggerire perché c’è un’economia che deve andare avanti anche per Israele e il turismo è una grossa percentuale del loro PIL.

  • Nella speranza che le restrizioni vengano alleggerite, capiamo comunque che il pellegrinaggio in Terra Santa è possibile, già da ora … voi di Frate Sole  ci credete e avete in programma partenze già in ottobre … E’ così?

Noi  partiremo con un gruppo guidato  da padre Francesco Ielpo, commissario della Custodia di Terra Santa per il Nord Italia, dal 21 al 28 ottobre. Poi abbiamo altre partenze per la Terra Santa programmate per novembre e dicembre. Credo che si debba entrare in quest’ottica che il mondo è cambiato, e non solo  per i viaggi in Israele. Io fra 3 giorni vado a Copenaghen e anche lì ci sono dei protocolli da seguire, devo caricare tutta una serie di documenti ecc. ecc. Insomma, dobbiamo saper accogliere questa logica, non abbiamo alternative. Se aspettiamo che finisca del tutto questa pandemia, saremo costretti a rimandare per molto tempo qualsiasi viaggio. Bisogna invece avere il coraggio di cominciare a viaggiare, perché è possibile.

  • Concludendo, che dire ai pellegrini che stanno ancora aspettando il momento giusto per ritornare a Gerusalemme?

In questo momento bisogna valutare i vantaggi e gli svantaggi. Lo dico come lo dicessi a un amico, senza pretesa di convincere nessuno: secondo me questo momento ha senza dubbio più vantaggi che svantaggi, rispetto a due anni fa. E il vantaggio grande è quello di vivere un’esperienza a 360 gradi: ventiquattr’ore al giorno immersi in una terra che dà tanto, senza troppa confusione intorno, con la “gentilezza” di un tempo che scorre bene, in cui tutte le cose si incastrano al meglio. Hai tempo per stare dentro  il Santo Sepolcro in tutta pace, hai tempo per visitare, hai tempo per pregare. E’ tutto molto tranquillo. Secondo me la Terra Santa è semplicemente fantastica in questo momento. E’ vero, gli  svantaggi si chiamano “procedure da espletare e tamponi da eseguire”, con relativi costi aggiuntivi … ma per quello che offre la Terra Santa ora, è veramente poca cosa! Secondo me, è un’occasione unica da cogliere e  questo è veramente il tempo giusto per tornare a Gerusalemme.